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Un nome nel vento
 

LXII FESTA DEL TEATRO

 

GIOVEDì 9 LUGLIO-PALAZZO GRIFONI-ORE 21,30

 

Teatrino dei Fondi

in collaborazione con Versiliadanza

con il sostegno della Regione Toscana

 

Un nome nel vento

Liberamente ispirato al romanzo Un Nome di Paolo Ciampi,Edizioni Giuntina 2006     

Con Anna Dimaggio e Andrea Giuntini
Coreografia e danza Angela Torriani Evangelisti

Musiche Tommaso Nobilio

scenografie Cristina Conticelli

Regia Anna Dimaggio

Il libro Un Nome,di Paolo Ciampi è arrivato nelle mie mani quando il mio bambino aveva appena tre mesi.Leggendolo mi sono commossa,arrabbiata,appassionata alla vita di una donna lontana nel tempo,una donna,una scienziata,un'insegnante non una eroina...Una donna vissuta in un momento storico assurdo fuori da ogni ragione possibile,una donna ebrea.

Il libro mi ha fatto conoscere anche una storia che non conoscevo,nel 1938 nel mese di settembre nasce a Firenze la scuola ebraica:tredici classi una settantina di allievi,riuniti in una villa ottocentesca di via Farini,vicino piazza D'Azeglio,a prendere lezioni collettive,per poi dare gli esami da esterni nella scuola ufficiale del regime fascista.

Una storia da raccontare ad alta voce,nasce così il desiderio di farne spettacolo.

Il tema dello spettacolo ruota attorno alla figura di Enrica Calabresi,insegnante e brillante scienziata emiliana,perseguitata a causa delle Leggi Razziali del 1938 a Firenze,città che lei aveva scelto per i suoi studi accademici e per la successiva vita professionale.

Gli avvenimenti vengono raccontati e rievocati in forma di cronistoria attraverso la scrittura,il movimento e la musica.-

Margherita Hack è stata allieva di Enrica Calabresi,scrive nella prefazione del romanzo di Paolo Ciampi:"(...)Una donna estremamente timida,che chi,come me,ha conosciuto solo come la professoressa di scienze:una figura di cui ci si sarebbe dimenticati facilmente,se non fosse per il fatto di essere stata colpita da quella ingiustizia disumana che furono le Leggi Fasciste sulla difasa delle razza ariana.Infatti Enrica Calabresi si era macchiata della grave colpa di essere ebrea.(..)E' anche la storia di un'epoca compresa fra le due grandi guerre mondiali;la storia degli ebrei italiani.(..)Questo libro si pone a pieno titolo accanto a quegli indimenticabili documenti della barbaria nazifascista che sono il Diario  di Anna Frank e Se questo è un uomo di Primo Levi.senza dimenticare che il grande merito di aver sottratto all'oblio il lavoro scientifico di Enrica Calabresi va a due ricercatrici della Specola,Il Museo di Storia Naturale dell'Università di Firenze,Marta Poggesi e Alessandra Sforzi(..)Questa storia ci fa rivivere gli orrori,che non dovremmo mai dimenticare,perchè non si ripetano più.Mai più."

Fare un atto teatrale di questa storia è un dovere per cercare di capire e non dimenticare la tragedia e forse poter rispondere alla domanda-grido di Pietro Calamandrei:"Da quali spaventose profondità di barbarie è venuto questo rigurgito?".

Anna Dimaggio




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