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SPECIALE EDIZIONE 2006
 
Il Tirreno - La recensione di Gianfranceschi
 
Presentazione del Presidente
Presentazione del Direttore Artistico
I Templari di Elena Bono (di Elio Andriuoli)
Chi è Elena Bono
Nota dell'autrice
Note storiche sull'Ordine dei Templari
Visita virtuale della piazza
Cantastorie (di Pino Manzari)
Note di regia
Il manifesto
Il manifesto (foto)
La Locandina
Gli attori
Le foto della rappresentazione
Il programma della LVI festa del teatro
Incontro studio- I TEMPLARI
MAGGIO DELLA PASSIONE DI GESU' CRISTO
PAROLE, PAROLE, PAROLE
Il Tirreno - La recensione di Gianfranceschi
Avvenire - La recensione di Luca Doninelli
La Stampa - La recensione di Masolino D'Amico
La Nazione - La recensione alla prima dello spettacolo
L'Unità - La recensione di Aggeo Savioli
Il Manifesto - La recensione di Rizza
Il Giornale della Toscana - La recensione di Mecenate
L'Osservatore Romano - La recensione di Andrea Fagioli
Il Corriere Cesenate - La recensione di Baroni
Gente - La recensione di Geron
Il Giornale - La recensione di Groppali
Sipario - La recensione di Mauro Martinelli
Famiglia Cristiana - La recensione di Pensa
La Voce dei Berici - La recensione di Baldo
Corriere dell'Umbria - La recensione di Romanelli

Dramma, piace il piccolo Alì
Un ragazzino, pardon un promettente attore di 7 anni e mezzo - Federico Orsetti, nella parte di Ali - tiene la scena dall'inizio alla fine ne I Templari, il dramma popolare che si replica fino a mercoledì prossimo in piazza del Duomo (biglietto unico, 15 euro). È figlio d'arte, e ovviamente nel cast c'è anche il padre, Massimo, che aggiunge con ammirazione: «Sul cartellone ha il nome più grande del mio». Il personaggio del ragazzino - un turco cristianizzato, che invoca in litania «Gesù-Gesù, Allah-Allah» quando c'è da pregare - potrebbe essere dei nostri tempi.
«Anche i Templari sono attuali, con l'assemblamento di capitale e lavoro - ha illustrato in conferenza stampa l'autrice del testo, Elerta Bono - finché non diventa potere e ricchezza e suscita invidie. Dio è Dio, gli uomini sono quel che sono».
Il primo tempo dello spettacolo appare prolisso nel lungo contrasto, con ridondanza di riferimenti storici, tra lo spietato Uomo Nero (Umberto Ceriani) e il precettore templare (Marco Spiga). Quanti si saranno riconosciuti nello scudiere Rocco da Sezze (Massimo Foschi, il protagonista) quando dice che «i padroni sono sempre padroni, anche se Templari» e che «per salvare la pelle, confesserebbe anche quel che non sa». A sua volta contrasta con La Gisa, una "talebana" cristiana (Maria Elena Camaiori) desiderosa di morire per la fede e che rinuncia a salvarsi. È figlia del Pocapaglia (Gabriele Carli), che ha tolto l'innocenza a lei e all'altra figlia, La Tota (Silvia Pagnin) che però non sembra essersela presa troppo. Ed è l'unica che riesce a salvarsi dal rogo perché in qualche modo ha saputo. Il novizio templare Amadeus da Tindari era già spirato. Brava anche il soprano Sophie Elert, con la musica dal vivo e i figuranti - tra cui Carlo Mondatori e Massimo Pinna - nonché i cantori della corale monsignor Balducci: Piero Alderighi, Cristiano Benedetti, Simone Faraoni, Sandro Innocenti, Alessandro Tozzi, Matteo e Simone Venturini. La regia è di Pino Manzari.
Luciano Gianfranceschi, Il Tirreno, Fucecchio, 20 luglio 2002




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