Cammelli a Barbiana

Don Lorenzo Milani e la sua scuola

Luigi D'Elia e Francesco Niccolini | INTI

Di Francesco Niccolini e Luigi D’Elia
Con Luigi D’Elia
Regia Fabrizio Saccomanno
Produzione INTI di Luigi D’Elia
Distribuzione INTI e INFINITO
Con la collaborazione della Fondazione Don Lorenzo Milani e del Festival Montagne Racconta (Treville, Montagne – TN)

Un ragazzo ricco, sorridente e pure bello. In lotta con la scuola e la sua famiglia. I domestici di casa lo chiamano “signorino”, e a lui non va giù. Ma è un figlio di papà che mentre i ragazzi della sua età vanno a combattere per Mussolini, studia da pittore. Eppure, sotto le bombe dell’estate del ’43 lascia la sua bella e comoda vita per farsi prete, senza immaginare che da lì a una decina d’anni verrà esiliato in mezzo ai boschi dell’Appenino toscano dalla sua stessa Chiesa. Ma proprio lassù questo ragazzo ricco, sorridente e pure bello darà vita – con pochi ragazzi di mezza montagna – al miracolo della Scuola di Barbiana, diventando il maestro più rivoluzionario, dinamitardo e rompicoglioni del dopoguerra italiano: don Lorenzo Milani.
La storia di Lorenzo, prete, maestro e uomo, è scritta a quattro mani da Francesco Niccolini e Luigi D’Elia, un racconto che parla agli adulti dopo quattro narrazioni premiate tra i migliori lavori del teatro ragazzi italiano negli ultimi anni. è la storia di una scuola nei boschi, dove si fa lezione tra i prati e lungo i fiumi, senza lavagna, senza banchi, senza primo della classe e soprattutto senza somari nè bocciati. Lassù c’è tutto il tempo che serve per aspettare gli ultimi.
Una storia raccontata da Luigi D’Elia, un artigiano della narrazione e un educatore ambientale. Luigi D’Elia, con i bambini, i ragazzi e le maestre ci lavora da oltre quindici anni tra la natura e i banchi di scuola.
“Cammelli a Barbiana” è un racconto a mani nude, senza costumi e senza scena. Un racconto duro, amaro, ma allo stesso tempo intessuto di tenerezza per quel miracolo irripetibile che è stato Barbiana, e con tutta la sorpresa negli occhi di quei ragazzi dimenticati che, un giorno, videro un cammello volare sulle loro teste.

Foto Michela Cerini