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LXIX FESTA DEL TEATRO
 

Associazione Culturale Muse

Passione

con Laura Curino. Scritto da Laura Curino, Roberto Tarasco e Gabriele Vacis
Regia di Roberto Tarasco

Passione

Dai condomìni della cintura torinese, dove la rapida immigrazione del dopoguerra mescolava dialetti e abitudini in quella che sarebbe diventata l'Italia di oggi, Passione racconta della scoperta del teatro e del progressivo raffinamento di una vocazione. Il quadro della vicenda raccontata da Laura Curino e il primo significato di Passione è quello dell'amore per la recitazione nato una sera andando a vedere uno spettacolo; una passione che diventa anche la via di salvezza per la protagonista della catastrofe umana che è l'oggettivo contesto in cui si svolgono gli incontri. I personaggi rievocati con un'abilità bozzettistica che chi conosce il Settimo ha già incontrato in Laura, sono infatti di una comicità travolgente e malinconica. Immediatamente riconoscibili nella periferia di una qualunque città moderna, raccontano di comunità che non esistono più e di modi di vedere il mondo che, privati del loro contesto, sono pateticamente inadeguati. Ne emerge un quadro nell'insieme affettuoso, che pure ha il pregio di non mascherare sentimentalmente il crollo dell'arcaico italiano nella confusa modernizzazione di cui siamo figli.
Passione è anche il doloroso percorso, attraverso un itinerario delineato con lucidità, dalla comunità alla solitudine, dall'essere come gli altri e tra gli altri, alla scoperta che gli altri non esistono genericamente ma che sono tante persone diverse. La loro follia, i loro sentimenti, le ambizioni di ciascuno costringono progressivamente a scavarsi addosso un'identità che non può più venire scambiata con quella di un altro. E' il racconto di una formazione del sé, dello scoprirsi con gli anni consegnati a un destino che si era appena intravisto all'inizio della vita.

San Miniato, ex Chiesa di San Martino - Hotel San Miniato, 29 giugno 2015 ore 21.30


Argot Produzioni

Un castello nel cuore. Teresa D'Avila

di Michele Di Martino. Consulenza fonti Antonio Maria Sicari e Fabio Silvestri
con Pamela Villoresi. Voce e canto Fabrizio Checcacci, Alessia Spinelli, Maurizio Panici
Musiche originali di Luciano Vavolo. Impianto scenico Carlo Bernardini. Costumi Lucia Mariani Disegni Laura Riccioli. Elaborazioni grafiche visuali Andrea Giansanti
Regia di Maurizio Panici

Un allestimento fortemente innovativo e pieno di suggestioni per questo spettacolo che ci vuol condurre alla scoperta di una delle figure femminili più significative della storia della Chiesa, Teresa d'Avila, nell'anno del quinto centenario della sua nascita: in scena una sorta di grande diamante di fibre ottiche - di cinque metri - ideato da Carlo Bernardini, parole e canti dal vivo, i disegni di Laura Riccioli che scorrono con l'elaborazione grafica visuale di Andrea Giansanti. Quello di Teresa è un viaggio affascinante anche per l'uomo contemporaneo, alla ricerca del "sacro" e dell'incontro con Dio nel quotidiano che lo circonda, spesso oscuro, ed illuminato solo da piccole epifanie fulminanti e rari momenti di grazia. Una ricerca ancora più sentita e attuale in un tempo "liquido" come il nostro, che sembra negare continuamente una visione di futuro, costringendoci ad un eterno presente, spesso svuotato, superficiale ed opprimente.
Uno spettacolo che parla della bellezza e della grazia, ma anche del lavoro e delle fatiche per conquistare una consapevolezza che ci renda finalmente liberi dal quotidiano che ci affanna e ci indebolisce. Una storia che ci accosti ad una dimensione spirituale superiore.

San Miniato, Duomo 1 luglio 2015 ore 21.30

un castello nel cuore un castello nel cuore un castello nel cuore


CGS Teatro Savio - con il patrocinio istituzionale dell'Ambasciata Argentina in Italia

Quei filini blu

di Silvia Nati (ispirato ad una storia vera)
con Roberta Fornier e Silvia Nati
Regia di Annapaola Bardeloni

Desaparecidos: scomparsi.
Durante gli anni '70 in Argentina, una delle dittature più violente del "secolo breve" decide di cancellare in maniera sistematica e perversa un'intera generazione.
30.000 desaparecidos. Tra di loro anche 500 neonati. La maggior parte nati nei centri clandestini di detenzione, ultimo tetto delle loro madri, e dati in adozione a famiglie di militari cancellandone completamente l'identità, le tracce dei loro legami precedenti. Questo perché non si corresse il rischio che diventassero come coloro che li avevano generati: persone libere, pronte a creare una società libera. Ad oggi sono appena 116, 116 su 500, i bambini ritrovati grazie all'ostinato e infaticabile lavoro delle Abuelas de Plaza de Mayo. Sono uomini e donne che hanno vissuto vite diverse da quelle a cui erano destinate. Questo spettacolo racconta la Storia vera di una di loro.
Un giorno, un giorno qualsiasi, le rivelano che non è la persona che ha sempre pensato di essere. Scopre, da adulta, che i suoi genitori non sono quelli che ha sempre chiamato "papà e mamma", che il suo sangue ha il colore della rivolta e della desapareción, che nulla di ciò che sa di se stessa corrisponde alla verità... nemmeno il suo anno di nascita.
Cosa può fare un essere umano che si specchia senza più sapere chi è? Come accettare una nuova identità, un nuovo nome? Un doloroso percorso di consapevolezza dove lo scontro, il dubbio, l'impotenza e la ribellione si accavallano. Ricomporre se stessi, essere come un puzzle cui mancano sempre delle tessere. Ricostruirsi nonostante i pezzi mancanti...
Identità imposta, identità personale, identità acquisita. Identità di un popolo.

San Miniato, ex Chiesa di San Martino - Hotel San Miniato, 3 luglio 2015 ore 21.30

Quei filini Blu
con il patrocinio istituzionale
dell'Ambasciata Argentina in Italia
Quei filini Blu
Quei filini Blu
Quei filini Blu
Quei filini Blu

Associazione Culturale Ca' Rossa - Casavuota

Un cristiano. Don Giovanni Fornasini a Monte Sole

di e con Alessandro Berti

Un cristiano è la storia, forte e tragica, dell'ultimo anno di vita (1943-44) di don Giovanni Fornasini, giovane parroco di Sperticano, piccolo borgo alle pendici di Monte Sole. Questo pretino cocciuto, fedele al Vangelo, riconosciuto fin da subito dalla popolazione come l'angelo di Marzabotto, è ancora oggi fonte di interrogativi, di ammirazione, di fascino. Il testo, fedele alle cronache storiche ma del tutto poetico e originale nella ricostruzione ritmica e psicologica dei fatti, ripercorre la sempre più febbrile, ispirata e coraggiosa attività di Don Giovanni a favore della popolazione, in quel terribile ultimo anno, tempo di ferocia radicale che richiese, a chi ne fu capace, opposte e altrettanto radicali scelte d'amore verso i civili inermi. Nelle poche, esauste pause tra soccorsi di feriti, sepolture di morti, attività di mediazione col comando tedesco, di contatto coi partigiani, recupero di risorse materiali per i senza casa, don Giovanni si ritira in silenzio, e da questi momenti di contemplazione ritorna con forze rinnovate, sorprendendo amici e nemici con la propria energia, anche fisica, che la sua vecchia bicicletta simboleggia. Il testo ha come proprio centro questo rapporto tra silenzio e frastuono, contemplazione e azione, mistica e impegno nella storia, rapporto sempre vivo e operante nelle grandi figure di ogni tempo.
Raccontando, riflettendo, pregando, ospitando le voci di una comunità sotto assedio, l'attore accompagna il pubblico dentro la storia luminosa di questo piccolo maestro popolano, fedele alla giustizia del Regno, e perciò ai più piccoli e indifesi, storia che ancora sveglia le coscienze.

San Miniato, ex Chiesa di San Martino - Hotel San Miniato, 7 luglio 2015 ore 21.30

Un cristiano Un cristiano Un cristiano Un cristiano


Neraonda

Ogni volta che guardi il mare
Liberamente ispirata alla storia di Lea Garofalo

Ogni volta che guardi il mare

di Mirella Taranto
con Federica Carruba Toscano. Scene e Costumi di Lucrezia Farinella. Luci di Gabriele Boccacci
Regia di Paolo Triestino
Aiuto regia Annalisa Borrelli

Opera che debutta in prima assoluta nell'ambito del festival di San Miniato ed è incentrata sulla figura di Lea Garofalo, una testimone di giustizia, crudelmente giustiziata per mano della 'Ndrangheta nel 2009. Un viaggio nella Calabria dove è nata ed ha trascorso i primi anni di vita, diventa l'occasione, per la figlia di Lea, di ripercorrere la sua storia passata accanto alla madre, di rivivere le tappe di una esistenza segnata dal sangue, da continue fughe, da inaccettabili violenze. Ma il filo dei ricordi che si specchia nelle acque del mare della sua terra di origine, rappresenterà soprattutto l'occasione per riscoprire la forza dell'amore di sua madre - più potente della morte -, che l'ha protetta e continua a proteggerla dalla furia cieca della violenza.
Affrontando il tema dell'illegalità, dei senza legge, in una terra baciata dal sole e percorsa dalla violenza, Mirella Taranto riesce a disegnare, lontana da ogni retorica e da ogni facile atto d'accusa, un ritratto di donna (anzi, di due) inaspettato, poetico ed epico, spiritualmente laico eppure così terrigno, come solo chi ama la parola e le proprie origini riesce a restituire.

San Miniato, Auditorium CARISMI, 10 luglio 2015 ore 21.30


Final Crew On Stage

Come gli scambi del treno. La vita di Madeleine Delbrêl

di e con Elisabetta Salvatori

Come gli scambi del treno

La vita intensa della francese Madeleine Delbrêl (1904 ? 1964). Mistica, poetessa e assistente sociale che respira tutte le contraddizioni del secolo in cui vive. Da giovane intellettuale intrisa di pessimismo a donna risolta colma d'amore, passando attraverso dolore, delusione, malattia, tanta rabbia nei confronti di quel Dio al quale poi invece si convertirà e che le permetterà di leggere ogni avvenimento con un punto di vista inedito. Vive a stretto contatto con i poveri, il suo monastero è la strada, lavora come assistente sociale in Comune, è totalmente inserita nelle vicende politiche del suo tempo, si batte e si schiera contro le ingiustizie.
Infanzia serena, adolescenza disorientata e languida, e poi il cambio di direzione nella Parigi anni '30, quella dei sobborghi, quando cantava Edith Piaf e nelle fabbriche si lavorava 12 ore al giorno, quando comunisti e cattolici si prendevano a sassate.
Madeleine, la mistica senza visioni appassionata di parole e profondamente calata nel reale, diventerà una delle più grandi poetesse del ?900.

San Miniato, ex Chiesa di San Martino - Hotel San Miniato 13 luglio 2015 ore 21.30


Fondazione Istituto Dramma Popolare - Alessandro Longobardi per Officina del Teatro Italiano e Consorzio Palladium Quirinetta
In collaborazione con Teatro Stabile d'Abruzzo e Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia

Passio Hominis
Rappresentazione della Passione
Sacra rappresentazione di origine medievale desunta dal Codice V.E. 361 della Biblioteca Nazionale di Roma curato negli anni 1576-1577 dalla copista Maria Jacoba Fioria

con Lina Sastri
con Francesco Benedetto, Rosa Ferraiolo e Jacopo Venturiero
con Jacqueline Bulnes, Antongiulio Calenda, Alessandro di Murro, Stefano Galante, Marco Grossi, Daniele Parisi, Luciano Pasini, Noemi Smorra, Stefano Vona
Fisarmonica Fabio Ceccarelli
Percussioni Tiziano Tetro
Elaborazione drammaturgica e regia di Antonio Calenda
Collaborazione al progetto Federico Fiorenza
Scene e costumi Domenico Franchi (dai bozzetti originali di Francescangelo Ciarletta e Ambra Danon)
Musiche originali Germano Mazzocchetti
Luci Nino Napoletano
Assistente alla regia Marianna De Pinto
Aiuto regia movimenti Jacqueline Bulnes e Carlo Bernardini
Assistente a costumi e scena Marina Garibaldi
AMP di Massimiliano James Mantovani

La Passione è il racconto di un conflitto assoluto. I segni che lo contraddistinguono vanno rintracciati nel dolore e nella sofferenza del giusto che è tradito e angosciato per l'abbandono degli amici, nello smarrimento e nell'impotenza dei semplici e dei poveri di fronte al potere, nel dolore delle madri private dei loro figli, nella speranza del vagito di un bimbo appena nato, nella forza del perdono e del sacrificio di sé, quale possibile risoluzione dell'immobilizzante binomio odio-morte, vittima carnefice. Durante le fasi di rappresentazione, La Passione ha interpretato gli accadimenti emblematici del Novecento: presenta sullo sfondo la Seconda Guerra mondiale e la guerra civile che ne seguì; conserva la memoria degli ?anni di piombo?, segnati dalla lotta dura contro lo Stato e dal sequestro Moro.
Il messaggio intrinseco de La Passione è una riflessione sulla parabola della umana esistenza, dei travagli di cui la storia è pervasa e di cui la guerra è senza dubbio una enorme lacerazione. Il modo in cui questo messaggio viene rappresentato è tra i meno apologetici ed agiografici.
La materia religiosa è trattata con sacrale rispetto e con lo stesso atteggiamento è condotta su un piano quotidiano, riconoscibile nella dimensione esistenziale propria di ogni individuo. Cristo è infatti carico di umanità e contraddizioni, colmo di amore verso la madre e allo stesso tempo insofferente, continuamente dilaniato tra la concretezza del suo essere uomo e la coscienza di dover adempiere un disegno, una missione che nessuno dei suoi intimi comprende. Maria è una povera contadina ferma alla sua vecchia macchina da cucire Singer e vive solo le proprie ragioni di madre. Giovanni esterna con stupito candore un'infantile inconsapevolezza. Giuda è costretto al tradimento dal suo amore ambizioso e violento. Pietro, pur nella sua generosità, è troppo fragile nella sua fedeltà dichiarata, come Maddalena è troppo assorta nella sua follia amorosa.
Tutti i personaggi si colorano di umanità e fanno emergere i dubbi e le contraddizioni che metaforicamente alludono alle umane fragilità in una scena dalle forti densità dialettiche.
Attraverso la esemplificazione di elementi iconografici o puramente rappresentativi si è voluta collocare La Passione in forme e luoghi facilmente identificabili, non canonici o tradizionali, in ambienti che potessero favorire l'espressione delle intrinseche sollecitazioni ed esigenze ai fini di una maggiore contiguità fisica tra palcoscenico e spettatore. L'idea che si suggerisce è quella di un ?cantiere in opera?, in cui il partecipante è al centro della scena, è sullo stesso piano dell'azione, a condividere l'esperienza viva del racconto teatrale, insieme a tutti i convenuti; come in un pellegrinaggio, durante il quale il fedele porta con sé, condividendolo con altri, il peso di un fardello fatto di angoscia, dolore e speranza.

San Miniato, Piazza Duomo dal 16 al 22 luglio ore 21.30

Passio Hominis
Lina Sastri

Passio Hominis
Francesco Benedetto
Passio Hominis
Rosa Ferraiolo
Passio Hominis
Jacopo Venturi Ero

Passio Hominis
Bulnes
Passio Hominis
Calenda
Passio Hominis
Di Murro
Passio Hominis
Galante
Passio Hominis
Grossi
Passio Hominis
Parisi
Passio Hominis
Pasini
Passio Hominis
Smorra
Passio Hominis
Vona

Passio Hominis
Ceccarelli
Passio Hominis
Tetro





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